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Ti amo come John amava Yoko




La bambina Oceano.

Così John Lennon amava chiamare Yoko Ono, un piccolo concentrato di rigore giapponese misto a follia artistica. Il loro primo incontro avviene all’anteprima di un’esibizione della stessa Yoko all’Indica Gallery di Londra.

Una delle opere consisteva in un muro in cui i visitatori erano invitati a infilare un chiodo con un martello: John rimase colpito e volle mettere il primo chiodo, ma l’eccentrica artista non si dimostrò d’accordo e disse a John che se avesse voluto farlo avrebbe dovuto pagare 5 scellini.

John rispose: “Ti do 5 scellini immaginari se tu mi lasci mettere un chiodo immaginario.”

Inizia così una delle storie d’amore più discusse, più contraddittorie e ribelli di tutti i tempi.


John Lennon era un genio, un artista incredibile, ma anche un uomo fragile, insicuro e tormentato bisognoso di un amore in grado di sanare antiche ferite.


Se Yoko Ono era la bambina Oceano, John era, infatti, un bambino ferito. Il padre si allontanò da lui in tenera età, la madre lo lasciò alle cure della zia materna quando John aveva solo sei anni. Lo zio George (figura maschile che sostituiva il padre) morì quando John aveva 11 anni mentre la madre Julia fu vittima di un incidente stradale quando lui era ancora adolescente.

La sua vita fu quindi segnata da abbandoni e perdite che hanno lasciato in lui ferite emotive profonde mai sanate.


Forse Yoko era un bisogno. Forse, nella sua forza, nella sua rigidità lei era in grado di offrire a John l’illusione di quella base che tanto gli era mancata.

L’incontro tra due persone è un alchemico percorso, frutto del tragitto di vita di ognuno, del loro passato e del loro presente individuale e di coppia.

Le terre dell’infanzia rappresentano lo spazio in cui vengono costruite le basi dell‘autostima, della struttura della personalità e dell’amore proprio.


Un bambino che non è stato “nutrito” e amato a sufficienza- un bambino ”affamato d’amore”- non sarà mai in grado di sapere e sentire l’amore vero, spoglio di qualunque bisogno e mosso solo dal desiderio: È la ferita dei non amati.

E Yoko rappresenta per John il balsamo per quelle ferite. “Il nostro rapporto è davvero di professore e allievo. Sono io che ho la notorietà, ma è lei che mi ha insegnato tutto”.



Lo scatto fotografico di Annie Leibovitz è certamente il più celebre ritratto di John Lennon insieme a Yoko Ono.

Entrambi sdraiati a letto. La bambina oceano è vestita di nero con gli occhi aperti e John- completamente nudo- si rannicchia attorno a lei, in posizione fetale e la bacia teneramente ad occhi chiusi. L’immagine, con taglio verticale, ritrae unicamente i soggetti. Non c’è nessun altro dettaglio che disturba l’inquadratura, come a voler sottolineare la profonda fusione tra i due corpi e il bisogno di John della sua Yoko:Come in un quadro rinascimentale, potrebbero essere la Madonna e il Bambino, nudo e fragile al suo primo incontro col mondo.


In questa immagine, non sono solo due amanti: Yono è la madre, John il figlio. La maestra e il suo allievo, lo Yin e lo Yang.

“Il dolore più grande è non essere desiderati, renderti conto che i tuoi genitori non hanno bisogno di te quando tu hai bisogno di loro. Quando ero bambino ho vissuto momenti in cui non volevo vedere la bruttezza, non volevo capire di non essere voluto. Questa mancanza di amore è entrata nei miei occhi e nella mia mente. Non sono mai stato veramente desiderato.”


L’amore che nasce dal bisogno è sempre un amore che promette un paradiso in una terra senza alcun Dio.


La bellezza di questi amori, come quello tra Yoko e John, sono tali proprio perché umani e fragili tanto quanto forti e intensi.


Fragili come un bambimo il primo giorno del mondo.

Bisogna sanare, cucire e nutrire le antiche ferite una volta per tutte.

Il bisogno d’amore incolmabile, la gelosia estrema, la possessività e il controllo, il bisogno di conferme e certezze, l’ansia da separazione, la paura dell’abbandono, il non sentirsi mai abbastanza amati, l‘assenza di confini con l’altro, il rapporto fusionale e la difficoltà a sopportare la distanza sono solo alcuni dei vissuti di chi ha subito un primissimo dolore d’amore.

Ci vorrà del tempo, della pazienza.

Ci vorrà dell’amorevole cura per sanare queste antiche ferite.

Per potere gioire dell’amore all’interno della coppia è necessario avere conosciuto, combattuto e vinto i propri mostri interni. O, per lo meno, averli osservati attentamente e avere fatto pace con loro.


Sanare e nutrire il passato è l’unico passo possibile per diventare finalmente quel padre e quella madre amorevole che tanto abbiamo desiderato da bambini.







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