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Superbia, quanto sei bella



Ci sono parole che accostate al femminile mi fanno vibrare di un’energia che so essere lì da sempre, qualcosa di innato che mi spinge a muovermi, uscire fuori. Un’energia che conserva dentro se stessa una forza che riconosco essere presente da più tempo di me, antica come il suono delle stelle.

Superba è una di queste.

Proprio ieri una donna che seguo in terapia mi ha detto che dire ad alta voce di essere bella la fa sentire superba.

Ecco, io in quel momento, ho sentito quell’energia antica di cui parlavo.

L’immagine che più si presta a spiegarla è quella di un vulcano attivo assopito sotto gli oceani.


Ci sono parti di noi che chiedono spazio. Parti che ci hanno fatto credere scomode, cattive, non socialmente accettabili. Piccoli frammenti rinnegati che sono stati puniti ogni volta che si sono manifestati.

E così, per quel bisogno umano e naturale di essere amati, li abbiamo sconfinati nelle stanze più buie che possediamo.

Questi frammenti o sé che sono veri e propri schemi di energia, sono molto spesso rinnegati dalla nostra cultura.

Nella civiltà occidentale, ad esempio, alcuni di questi sono strutturati attorno ai sette peccati capitali.

La superbia è uno di questi. Il tratto “superbo” considerato inaccettabile a livello culturale si trasforma, così, in lato oscuro.

Riconoscere la propria superbia significa acquisire consapevolezza, abbracciare frammenti dimenticati e poterli padroneggiare, dare loro il permesso di esprimersi in modo equilibrato. La superbia e l’autostima sono legate da un sottile filo invisibile.

Spogliata dalla veste di peccato e intrisa di forza, la superbia diviene consapevolezza del proprio valore, dei propri meriti. Una voce chiara e netta che si oppone allo stridulare di quel giudice interiore che, pesante, ci vuole a terra a strisciare. La superbia si innalza con forza.

Ricordi le principesse Disney?

Biancaneve che canta tutto il giorno, Cenerentola col suo corteo di topini adoranti, Aurora dai biondi capelli e la voce d’oro? Femminili sottomessi e graziose, prede cedevoli di principi assertivi, inclini all’innamoramento fulmineo, buone. Nessuna sfumatura è loro concessa: non si arrabbiano, al massimo piangono, non si ribellano, tutt’al più dormono.

Quanto alle antagoniste- Gertrude e Malefica ad esempio- sono puri concentrati dei peggiori vizi femminili: vanità, ambizione, gelosia e superbia che come qualità inaccettabili ed incompatibili con il nostro io vengono negate e proiettate all’esterno.

Ti invito a restaurare ciò che è stato respinto, abbandonato da qualche parte nel passato. Stimoli che possono ravvivarci, rafforzarci, risvegliarci.


La terapia è il processo magico che permette tutto questo.

Trova i tuoi vulcani assopiti.


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