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Mantieni il confine


Confini di terra e di mare. Confini tra alberi o città, ma anche linea di confine tra me e l’altro oppure tra ciò che è giusto o sbagliato.

In biologia il confine rappresenta la membrana di passaggio tra interno ed esterno, regolatrice di omeostasi corporea. Tale funzione vitale viene mantenuta anche in ambito psicologico in cui il confine rappresenta il concetto fondamentale che delimita il bordo della nostra identità, separando ‘ciò che è dentro‘ da ‘ciò che è fuori‘.

I confini proteggono la nostra salute emotiva e fisica, ci proteggono dal comportamento e dalle richieste degli altri, permettono di esprimere con fiducia chi siamo e che cosa vogliamo e, soprattutto, non vogliamo.


Hai presente il muro di un castello e la sua sentinella? Bene, i nostri confini sono proprio quel muro che separa l’interno dall’esterno, ma anche la sentinella che ci cammina sopra, incaricata alla difesa di ciò che sta dentro.


La capacità di riconoscere i nostri confini deriva generalmente da un sano senso di autostima e da una buona valutazione di se stessi; una valutazione che non dipende da ciò che gli altri pensano o provano nei nostri confronti.

Non si può parlare di confini senza parlare anche di bisogni: bisogno di

essere riconosciuto; essere accettato; essere amato; essere apprezzato; essere rispettato; essere capito; essere ascoltato; essere creduto; essere sostenuto; essere in sicurezza (sia fisicamente che emotivamente); avere valore; avere dignità.


Scoprire i propri confini sani significa imparare a conoscersi e a definirsi, imparare ad ascoltare i propri bisogni e guardare bene quali sono i propri limiti.

Ho incontrato tante donne che vivono con dentro l’aspirazione di essere sempre “una brava ragazza” e così ripropongono lo stesso copione che hanno imparato da bambine, quando è stato loro detto che la gentilezza è una virtù da coltivare; sono state bambine rinforzate positivamente ogni volta che si sono dimostrate accomodanti e, probabilmente, rimproverate quando hanno espresso sentimenti di egoismo o ribellione.

Una “brava bambina per forza” diventerà una donna attenta ai bisogni degli altri, una donna la cui autostima si è costruita sulla capacità di mettere i sentimenti, desideri e bisogni degli altri ben al di sopra dei propri.

Spesso può succede, in questi casi, di provare colpa o timore di offendere l’altro ogni volta che definiamo una linea di confine: ci sentiamo egoisti nel mettere prima i nostri bisogni, abbiamo paura di essere poi rifiutati, giudicati, temiamo di potere entrare in conflitto con l’altro e finiamo così per accettare situazioni che non ci piacciono o che non ci fanno sentire a nostro agio.

Ad esempio, una persona con confini sani è capace di dire “no” agli altri quando vuole, ma è anche capace di sentirsi a suo agio nell’aprire il suo mondo interno e in presenza di relazioni strette o intime. Una persona, invece, che mantiene sempre gli altri a debita distanza (sia emotivamente che fisicamente), si dice che abbia dei confini rigidi.


Ti faccio alcuni esempi di vita:

  • tendi a dire spesso Si quando avresti voluto dire No;

  • Inventi scuse su scuse per declinare un invito piuttosto che esprimere il tuo bisogno di rimanere da sola a casa a vedere la tv;

  • Fai sesso con il tuo partner anche se non hai voglia;

  • Ascolti l’ennesima chiamata della tua amica in crisi sentimentale senza dirle che ti infastidisce;

  • Rispondi alle emergenze altrui come fossero le tue;


Se hai risposto si alla maggior parte di queste affermazioni,può darsi allora che sia il caso di mettere a fuoco il tuo confine personale e iniziare a difenderlo.


Da dove iniziare? Comincia sempre dal chiederti quali sono i tuoi bisogni e fai in modo che questi vengano espressi. Allenati a riconoscere dentro di te quel confine, che dovrebbe restare ben netto, tra vedere i tuoi bisogni e rispettare quelli di chi ti sta intorno.


  • ascoltati: Le emozioni negative sono sempre il campanello d’allarme che qualcosa non va. Rabbia, frustrazione, paura, abbattimento: se ci sono, vanno ascoltate per cercare di capire da cosa derivano. Quali sono i tuoi bisogni in quel momento? Perché non ti senti a tuo agio? ( ad esempio—> dopo aver detto un “si” come ti senti? Quando qualcuno parla per te, come ti senti?) L’intensità della tua emozione ti dice se puoi passarci sopra perché è oggettivamente tollerabile per te, oppure se è il caso di agire per stabilire il tuo confine.

  • Decidi quello che è meglio per te: Come vuoi essere trattato, come vuoi che ci si rivolga a te, se e come vuoi essere toccato, quali sono i valori e gli obiettivi personali a cui non vuoi rinunciare.

  • Comunica i tuoi bisogni: Fai una richiesta precisa, nel rispetto della tua volontà, dei tuoi bisogni e dei tuoi desideri. Si tratta di dire “no” alla richiesta? Stoppare un atteggiamento invadente? Affermare il tuo punto di vista? Fallo in modo rispettoso, comprensivo, ma fermo.

  • Non è tua responsabilità ciò che l’altro pensa o fa. Anche se la risposta che ottieni non dovesse essere positiva, questo non è sufficiente a zittire il tuo bisogno.


Sei sicura dei tuoi confini? I tuoi confini sanno difendere i tuoi bisogni?

Scrivimi se ti va, posso aiutarti in questo se senti di averne bisogno.



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