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La ferita dell’ invisibilità

Sarebbe troppo facile dire che mi sento invisibile; al contrario mi sento dolorosamente visibile, e incompreso.”


Il desiderio di essere riconosciuti e amati rientra tra quelli che sono i bisogni emotivi primari dell’uomo e che si originano attraverso le primissime relazioni ed interazioni di cura che ognuno di noi ha con le proprie figure d’amore.

Con le prime figure d’amore.

Essere riconosciuti e amati significa essere e sentirsi visti. Se così non è stato si apre, tremendo, lo scenario dell’ invisibilità.

“E come se non esistessi. Come se io fossi osservatrice estranea alla mia vita. Come se osservarsi un film. Mi sento nell’ombra, non sono in grado di esprimermi.”

E Forse, allora, il problema non è tanto l’essere invisibile agli occhi degli altri che- in fondo- possono sempre contare su una amica presente, una figlia diligente e affidabile, una fidanzata disponibile e affettuosa- quanto piuttosto il sentirsi invisibili a se stesse.

Non esisto perché non sento in me nulla di bello, non trovo nulla di interessante in quello che dico e finisco per non esprimere più, non condividere più. Svanisco.

Non esisto.

Sentirsi invisibili non riguarda mai gli altri, ma noi stessi e la nostra paura di non essere ascoltati o apprezzati, di non essere mai abbastanza. Ci comportiamo come se non esistessimo, come se non avessimo bisogni: prima le esigenze degli altri, poi noi. Ci comportiamo come se quello che sentiamo o pensiamo non fosse così importante, come se non potessimo dissentire e dire “no”, sempre timorosi di difendere i nostri desideri e attenti ad assecondare gli altri nei loro bisogni, illudendoci che questo è l’unico modo per essere riconosciuti ed amati.

Ognuno di noi porta con se le ferite d’amore del bambino che è stato.

Un bambino può sentirsi non visto e proprio perché nessun bimbo può mai dubitare dell’amore di mamma e papà, finirà col dubitare di se stesso, di essere degno di cura e amore.

Una ferita così è qualcosa di profondamente doloroso e allora non possiamo fare altro che difenderci, tentare di fare finta che non ci sia assecondando le richieste esterne, fingendo di essere ciò che gli altri vogliono da noi per essere finalmente visti. Per essere finalmente amati.

Impariamo a non ascoltare ciò che sentiamo e pensiamo, soffochiamo i nostri bisogni e così facendo insegniamo agli altri a fare altrettanto finendo per scomparire sempre un po’ di più.

Ogni volta che ci sembra che nessuno ci veda e scegliamo di rimanere in silenzio mettendo i bisogni degli altri di fronte ai nostri, noi continuiamo a vivere all’ombra aspettando, sempre, che arrivi qualcuno a tirarci fuori.


Uscire dal buio vuol dire prendere consapevolezza di ciò che siamo con tutte le nostre esperienze, i nostri vissuti, le nostre ferite e le nostre risorse per imparare, finalmente, a mostrarsi in maniera autentica, riscoprendo la nostra natura imperfetta. Bellissima così com’è. Allora, solo così , possiamo imparare ad esprimere i nostri bisogni, a chiedere senza timore di essere rifiutati, a mettere un confine e difenderci ogni volta che qualcosa ci ferisce .

Esprimersi vuol dire esistere e superare finalmente l’illusione di quell’eterno conflitto tra l’ essere se stessi ed essere amati.




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